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Missione

Sono cinque le proirità su cui vogliamo concentrarci oggi e negli anni a venire. Cinque problemi che hanno e avranno un impatto importante sulla vita delle persone, e che meritano la nostra attenzione e quella dei legislatori europei:​

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L’intelligenza artificiale non deve servire a danneggiare i consumatori 

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Perché è importante per i consumatori

 

Il ricorso a processi decisionali automatizzati, basati su algoritmi, per le transazioni commerciali cambierà i mercati dei consumatori e le nostre società. L’enorme diffusione dell’IA porterà a nuovi prodotti e servizi che promettono di aumentare la praticità e l’efficienza per i consumatori. Tuttavia, si presenteranno delle sfide che richiederanno risposte ambiziose. I legislatori devono fare in modo che i prodotti siano sicuri

e conformi alla legge in maniera automatica. Devono garantire che saranno evitati rischi come la discriminazione, la perdita di privacy e autonomia, e la mancanza di trasparenza.

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Situazione attuale

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Il 25 aprile 2018 la Commissione Europea ha pubblicato un’informativa sull’intelligenza artificiale in cui definisce i diversi settori delle future misure UE basate su potenziamento del sostegno finanziario, preparazione per i cambiamenti socioeconomici e garanzia di un quadro etico e giuridico appropriato.

Tuttavia, il documento non propone misure concrete per affrontare le preoccupazioni dei consumatori, ad esempio riguardo agli aggiornamenti necessari di diritti, sicurezza o responsabilità obbligatori dei consumatori europei.

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I prodotti di consumo dovrebbero durare più a lungo

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Perché è importante per i consumatori

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Stampanti o smartphone che non possono essere riparati poco dopo la scadenza della garanzia, spazzolini da denti elettrici che si rompono troppo presto, parti di ricambio per macchine da caffè che non sono disponibili... molti consumatori sono costretti ad affrontare la fine precoce dei prodotti, detta anche “obsolescenza prematura”. Le conseguenze negative sono la perdita finanziaria e la tremenda pressione sull’ambiente.

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Situazione attuale

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Nel 2015, la Commissione Europea ha adottato un piano d’azione per la Circular Economy. Ha proposto di garantire che i prodotti siano progettati per durare più a lungo e siano più facili da riparare. Il Parlamento Europeo ha seguito l’esempio3 e ha invitato la Commissione Europea a proporre nuove misure, in particolare per quanto riguarda la standardizzazione e il miglioramento della progettazione dei prodotti per garantire la longevità e la riparabilità. Voleva anche prendere misure sugli aggiornamenti dei software e informare meglio i consumatori sulla durata.

Tuttavia, nulla di tutto ciò si è verificato. L’UE deve ancora intraprendere azioni serie per prolungare la vita utile del prodotto, la sua riparabilità e la sua aggiornabilità. Sfortunatamente, e contrariamente all’obiettivo politico della produzione sostenibile, la Commissione Europea ha proposto di limitare a 2 anni il periodo
di garanzia legale per i beni di consumo in tutta l’UE.

Mentre le misure nazionali come aliquote IVA più basse su servizi di riparazione e pezzi di ricambio possono dare un contributo importante, l’azione dell’UE potrebbe garantire che tutti i prodotti siano progettati meglio e forniscano ai consumatori informazioni semplici e comparabili sulla vita dei prodotti.

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Le etichette alimentari dovrebbero facilitare una scelta salutare

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Perché è importante per i consumatori

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In Europa, un adulto su due è sovrappeso o obeso. Le cifre sono particolarmente allarmanti per i bambini, di uno su tre è in sovrappeso o obeso. L’obesità e i suoi effetti sulla salute hanno gravi conseguenze, non solo in termini di salute personale, ma anche di salute pubblica, a causa dell’onere aggiuntivo sui bilanci pubblici dovuto ai costi dell’assistenza sanitaria. Nel mondo frenetico di oggi, i consumatori prendono le loro decisioni sugli acquisti in pochi secondi, dunque le etichette alimentari devono portarli a scegliere facilmente l’alternativa salutare.

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Situazione attuale

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Dal dicembre 2016, tutti i cibi e le bevande analcoliche devono riportare una dichiarazione nutrizionale sul retro. Eppure molti consumatori faticano a comprendere i numeri. Manca un elemento interpretativo, come la codifica a colori, per aiutarli a capire il valore nutrizionale di un prodotto. Purtroppo, attualmente le norme europee sull’etichettatura dei prodotti alimentari non impongono alcuna semplificazione nella trasmissione delle informazioni nutrizionali ai consumatori. Lasciano agli Stati membri e alle aziende alimentari la possibilità di sviluppare i propri schemi semplificati di etichettatura nutrizionale, e alcuni governi e operatori privati hanno colto questa opportunità. Attualmente sono in uso diversi regimi tra i vari Stati membri. Alcuni sono più utili di altri. Il regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sanitarie è in vigore
dal 2007. Sulla carta, mira a garantire che qualsiasi affermazione relativa alla salute presente sull’etichetta o nella pubblicità di un alimento sia accurata e basata su prove scientifiche, e che non induca i consumatori a credere che il cibo sia più sano di quanto non sia in realtà. In pratica, invece, molti prodotti ricchi di grassi, zucchero e/o sale continuano a dichiarare benefici per la salute perché l’UE è in ritardo di quasi dieci anni di con l’istituzione dei cosiddetti “profili nutrizionali”. Si tratta di un insieme di criteri nutrizionali intesi a determinare quali alimenti sono abbastanza sani per pubblicizzarne i benefici per la salute.

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Le medicine dovrebbero essere accessibili e convenienti

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Perché è importante per i consumatori

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I prezzi alti e la carenza di medicinali sono diventati un ostacolo per i consumatori di tutta Europa nell’accedere alle cure di cui hanno bisogno. Molti nuovi farmaci sono approvati con dati clinici meno affidabili: quando vengono rimborsati, questi medicinali espongono potenzialmente i consumatori a rischi più elevati, ma rimangono sul mercato nonostante la mancanza di certezza sulla loro sicurezza e utilità.

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Situazione attuale

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In passato, l’accesso ai medicinali rappresentava una sfida solo per i paesi in via di sviluppo. Oggi, anche i consumatori europei hanno difficoltà ad accedere alle cure di cui hanno bisogno. Di sicuro ci sono nuovi farmaci rivoluzionari per il trattamento di forme gravi di cancro o condizioni debilitanti come l’epatite C. Tuttavia, il loro prezzo è così alto che i governi devono fare scelte molto difficili su quali cure rimborsare. Di conseguenza, quando vengono sviluppati farmaci efficaci, potrebbero non arrivare al paziente. È il caso della Scozia, ad esempio, dove il nuovo farmaco per trattare il cancro al seno è così costoso che i governi si rifiutano di rimborsarlo. In altri casi, a causa dei prezzi alti, i paesi razionano la cura e decidono di fornirla ad un numero limitato di pazienti. Una parte importante della ricerca e sviluppo dei farmaci è condotta da università pubbliche o tramite progetti di ricerca, entrambi sovvenzionati dal denaro dei contribuenti. Nonostante ciò, questo contributo non si riflette nel prezzo finale stabilito dall’industria farmaceutica, che porta i consumatori a pagare due volte i farmaci, come contribuente e come paziente.

Nonostante il prezzo alto, i pazienti non possono essere sempre sicuri che le cure realizzino effettivamente quanto promesso. Molti farmaci nuovi sono approvati con dati limitati, a condizione che l’industria raccolga questi dati non appena i pazienti iniziano a prendere il farmaco. Sfortunatamente, questa raccolta post-marketing spesso non riesce a fornire i risultati attesi, perché i dati non sono disponibili o perché i benefici promessi non si sono verificati.

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I consumatori non dovrebbero essere esposti a sostanze chimiche dannose

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Perché è importante per i consumatori

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In Europa sono in aumento le malattie croniche e gravi come il cancro, le malattie cardiovascolari, i problemi di fertilità, l’obesità e le allergie. Si ritiene che i prodotti chimici svolgano un ruolo causale in questa tendenza. Tuttavia, la maggior parte delle sostanze chimiche può essere utilizzata nei prodotti di consumo con un controllo minimo. I test sui prodotti da parte dei membri del BEUC, organizzazioni nazionali dei consumatori, rilevano frequentemente sostanze chimiche preoccupanti nei prodotti con cui i consumatori entrano in contatto stretto, regolare e prolungato, come vestiti, scarpe, giocattoli e prodotti per l’infanzia, cosmetici, prodotti per l’igiene e imballaggi alimentari, e la lista continua. Purtroppo, gran parte dell’esposizione dei consumatori potrebbe essere evitata in quanto queste sostanze chimiche si trovano in alcuni ma non in tutti i prodotti testati, il che significa che sono disponibili delle alternative.

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Situazione attuale

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L’Unione Europea vanta il quadro di gestione delle sostanze chimiche più avanzato e ambizioso del mondo. Le leggi dell’UE vietano automaticamente, ad esempio, l’utilizzo di sostanze chimiche che possono provocare il cancro, alterare il DNA o danneggiare la salute riproduttiva in cosmetici, giocattoli e imballaggi alimentari (in plastica). Grazie al regolamento REACH, l’UE ha spostato ulteriormente l’onere della prova dalle autorità pubbliche alle società che producono e utilizzano sostanze chimiche (il cosiddetto principio “nessun dato, nessun mercato”). Nel 2017, l’UE è diventata la prima giurisdizione a livello mondiale a concordare una definizione legale degli interferenti endocrini, aprendo la strada a una risposta normativa a lungo termine a queste sostanze chimiche dannose.

Nonostante questi risultati importanti, le disposizioni sulle sostanze chimiche sono assenti per la maggior parte dei prodotti di consumo.

Un ampio studio della Commissione Europea ha recentemente rilevato che "la legislazione che previene la presenza di sostanze tossiche nei prodotti (ove possibile) è dispersiva, asistematica e incoerente, e si applica solo a poche sostanze, articoli e usi, spesso con molte eccezioni". Ove esistano le regole, l’applicazione è spesso debole e frammentaria. Un recente progetto congiunto dell’UE ha dimostrato che un giocattolo su cinque conteneva ftalati pericolosi, nonostante un divieto in vigore da quasi vent’anni. Una parte significativa di altri prodotti di consumo testati conteneva metalli tossici o sostanze chimiche vietate noti per i loro effetti nocivi sulla salute.

I consumatori spesso non sono consapevoli di quali sostanze chimiche siano contenute nei prodotti e di come ridurre l’esposizione. Ma i consumatori sono preoccupati: in un sondaggio Eurobarometer del
2017, l’84% degli europei si è detto preoccupato per le sostanze chimiche nei prodotti di uso quotidiano, rispetto al 43% del 2014. I consumatori segnalano inoltre di non avere informazioni sulle sostanze chimiche presenti nei prodotti che acquistano: il sondaggio del 2014, ad esempio, aveva rilevato che l’impatto sulla salute delle sostanze chimiche utilizzate nei prodotti di uso quotidiano è il problema per cui la maggior parte delle persone (39%) vorrebbe avere maggiori informazioni.

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